Cari redattori,
vi ringrazio per il contributo che avete dato al successo dell’
iniziativa “CONTRO TUTTE LE MAFIE” svoltasi mercoledì scorso.
Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta Don Leoluca Pasqua
di avere accettato l’invito a dare il suo contributo al dibattito sulla vessata
questione dei rapporti tra mafia e chiesa. Personalmente ho condiviso gran
parte del suo intervento che, richiamandosi all’evangelico “Discorso della
montagna” – giustamente considerato il più rivoluzionario del Vangelo – e a
due importanti, ma poco noti, documenti ecclesiali “Educare alla legalità”
(1991) ed “Evangelizzazione del sociale”(1992), ha sostenuto la radicale
incompatibilità tra Cristianesimo e Mafia.
Non mi ha convinto invece il suo tentativo di riabilitare l’opera del
Cardinale Ruffini. Devo aggiungere, comunque, che non ho condiviso, su questo
punto, la replica di Umberto Santino, soprattutto per i toni polemici e gli
argomenti usati, del tutto fuori luogo nel contesto in cui ci si trovava.
Per riprendere il punto controverso ed invitare tutti ad un
confronto pacato e civile, può essere utile partire, come ha fatto peraltro lo
stesso Don Leo, dalla famosa lettera pastorale intitolata “II vero volto
della Sicilia”, che il Cardinale Ernesto Ruffini la domenica delle Palme del
1964 fece circolare in tutte le chiese siciliane. Il testo oggi è facilmente
reperibile grazie ad internet, tutti possono leggerlo e farsene un’idea
personale.
Il documento io l’ho letto più volte e, pur riconoscendo, che
qualsiasi testo è polisemico e può essere interpretato in modi diversi,
considerato anche che la valutazione complessiva dell’opera di qualsiasi uomo
non può limitarsi all’analisi di ciò che egli ha scritto e che, nel caso
specifico, Ruffini, oltre ad essere stato uno dei più importanti uomini della
Chiesa Cattolica preconciliare, è stato uno dei maggiori protagonisti della
politica siciliana per un ventennio (1946- 1967) - al punto tale che un grande
scrittore come Leonardo Sciascia ne ha fatto un ritratto, certamente di parte,
ma comprensivo della molteplicità di interessi dell’uomo - di seguito provo
ed esporre nel modo più sintetico possibile il mio punto di vista .
“ In questi ultimi tempi (…) è stata organizzata una grave congiura per
disonorare la Sicilia; e tre sono i fattori che maggiormente vi hanno
contribuito: la mafia, il Gattopardo, Danilo Dolci.”
E’ questo l’ inizio del documento.
Per comprenderne bene il significato e valutarne tutta la
portata ed il valore bisogna collocarla nel tempo in cui è stata concepita e
diffusa.
Francesco Michele Stabile, fra tutti gli storici, mi sembra
quello che con maggiore obbiettività ha saputo farlo grazie anche alla
possibilità che ha avuto di consultare direttamente fonti di prima mano,
compresi alcuni manoscritti inediti, conservati nell’Archivio dell’Arcidiocesi
di Palermo.
Si tratta, secondo lo stesso Stabile, di un “documento del
clerico-sicilianismo” ( I Consoli di Dio, Sciascia editore, 1999, pag. 476)
che, spostando l’attenzione sull’onore della Sicilia, considera più pericolosi
dei mafiosi tutti coloro che, in un modo o in un altro, mettono a nudo le
piaghe dell’isola. Tra questi ultimi, in quegli anni, si erano particolarmente
distinti Danilo Dolci con le sue clamorose iniziative e il principe Tomasi di
Lampedusa col suo romanzo postumo “Il Gattopardo” diventato un film di
successo nel 1963.
successo nel 1963.
E’ vero comunque che siamo davanti al primo documento ufficiale
della Chiesa Cattolica in cui si parla di mafia anche se, in sintonia con le
idee dominanti del tempo, l’immagine che se ne dà è molto generica e riduttiva.
Al Ruffini sfugge del tutto il fatto che la mafia siciliana è stata sempre
espressione diretta delle classi dirigenti e, per questo, organicamente
inserita nel sistema di potere con connivenze a vari livelli. ( Stabile, op.
cit., pag. 479).
Alla vecchia ideologia sicilianista, utilizzata nel secolo
precedente dal “Comitato Pro-Sicilia” per difendere l’On. Palazzolo dall’
accusa di essere il mandante dell’omicidio Notarbartolo, il Cardinale Ruffini
aggiungeva il suo preconciliare integralismo cattolico che gli impediva di
capire e valorizzare lo spirito critico e creativo presente nel mondo laico.
Marineo 18 giugno 2010
FRANCESCO VIRGA
Ho assistito all'iniziativa e sinceramente devo dire che stavo per andarmene!, mi sono seduto nuovamente quando Umberto Santino ha ripreso a parlare per replicare alle cose dette dal Parroco, condividendole.
RispondiEliminaE' innegabile il fatto che la Chiesa sia stata e continui ad essere un centro di potere. San Francesco e Madre Teresa di Calcutta sono granelli di sabbia come i sacerdoti che operano - nelle catacombe - per portare avanti la cosidetta Teologia della Liberazione. Tutti i sacerdoti citati come esempio non hanno un grande seguito, anzi qualcuno è stato pure messo di lato.
Non conosco i documenti, ma a parer mio il card. Ruffini come anche tutti i cardinali di oggi - era troppo impegnato a combattere il comunismo per prendersi pena del problema del fenomeno mafioso. I mafiosisi premurano sempre di riconoscere l'autorità e il potere della Chiesa, ed è quello che conta: in tutti i covi dei latitanti sono stati trovati armi e vangeli; il rispetto per i sacerdoti, salvo pochi casi, è sempre assicurato.
Nello scontro tra Chiesa e Comunismo la mafia (che è una organizzazione parassitaria) ha così trovato e continuerà a trovare humus per vivere.
In sostanza penso che Umberto Santino abbia detto la verità, che abbia dato un contributo non indifferente alla crescita culturale di noi presenti alla manifestazione, ma ha dato anche la possibilità agli assenti ingiustificati di poter tirare per la manica Don Leo e dire: "Visto, i soliti comunisti contro la Chiesa!".
La mafia potra essere sconfitta, ma non dagli anticlericali o dagli atei che in italia sono una sparura minoranza, mentre la chiesa va rinnovata dall'interno dai cattolici stessi.
Harakiri
Ho assistito al dibattito e alla fine della discussione, sembrava quasi che l’esistenza stessa della mafia fosse da attribuire alla Chiesa Cattolica.
RispondiEliminaVorrei porre un interrogativo: << Se Padre Pino Puglisi non fosse stato ucciso, oggi lo definirebbe “prete antimafia”? >>.
Credo proprio di no, probabilmente sarebbe stato uno dei tanti parroci incluso nella generalizzazione della “chiesa che non fa antimafia”, pur impegnandosi nel proprio lavoro in silenzio e senza tanti clamori.
In questo periodo storico la Chiesa Cattolica è diventata il bersaglio preferito dei cecchini di turno, considerata una banda di pedofili, dimenticando che nella storia si è distinta per la strenua difesa dei bambini fin dal concepimento, ha lottato contro l'infanticidio, ha fatto costruire scuole, orfanotrofi e ospedali. Dimenticando che il cristianesimo ha cambiato la condizione della donna e dei bambini, ha portato il concetto di libertà, ha sostituito i sacrifici umani, presenti in tutte le religioni del mondo, con il divino sacrificio della Messa, ha contribuito alla nascita delle università e del pensiero scientifico, ha generato la gran parte dell'arte di cui la nostra Italia è scrigno privilegiato.
Alla Chiesa di oggi mancano certamente i santi, gli uomini innamorati di Cristo che hanno fatto la storia della nostra civiltà, benché sui libri di storia compaiano di rado. Il cristianesimo di oggi è poco spirituale, molto orizzontale, umano, terribilmente condizionato dalle ideologie utopiche degli ultimi secoli. E' un cristianesimo che non appassiona perché manca spesso di slancio, di generosità, di affidamento nella Grazia nella grandezza di Dio.
A noi battezzati, spetta il compito di risvegliarla, ma soprattutto di difenderla con la testimonianza.
Ho partecipato con attenzione e passione al dibattito dell’altra sera. Da un
RispondiEliminapunto di vista strettamente storiografico ho molto apprezzato la sintesi di
Santino, sempre ricca di riferimenti circostanziati e precisi. In questi
giorni, tra l’altro, ho anche incominciato a sfogliare il suo libro che ritengo
meritevole di attenzione per esaustività. Come non apprezzare, parimenti, la
grande disponibilità a mettersi in gioco di Padre Leo, consapevole di
affrontare un argomento spinoso e, apparentemente, lontano dal suo ruolo di
pastore di anime. Non ho per niente gradito la replica di Santino che ha tirato
in ballo il solito repertorio di pregiudizi contro la Chiesa che continuano a
dimostrare quanto il muro divisorio, fisicamente caduto ormai da più venti
anni, sia ancora ben saldo nella coscienza di chi milita da questa o dall’altra
parte, privando la comunità umana di due forze che, se operanti in simbiosi,
avrebbero i requisiti e i contenuti per potere determinare una vera inversione
di rotta nella decadenza valoriale, ambientale ed economica dell’occidente.
Su questi presupposti ho cercato, con il mio intervento, di delineare come il
preconcetto reciproco tra mondo cattolico e sinistra politica, stia di fatto
facendo il gioco di chi ha interesse che questi due mondi rimangano agli
opposti estremi di qualunque tentativo di sintesi e progettualità politica. In
questo processo ravviso responsabilità eque sui due fronti anche se,
obbiettivamente, è molto più ciò che unisce questi due mondi di quanto li
divide (come peraltro ha fatto anche saggiamente notare Franco Virga).
Valori progettuali quali la solidarietà, la lotta contro la povertà del sud
del mondo, una più equa distribuzione delle risorse, il rispetto per l’
ambiente, la difesa della pace e la condanna di qualunque violenza e della
guerra, l’accoglienza per i migranti, la salvaguardia dei più deboli, la difesa
del lavoro e delle famiglie, sono presenti nell’agenda di lavoro sia della
Chiesa che dei partiti della sinistra europea. L’unico terreno di acceso
confronto rimane la morale sessuale, l’aborto e le questioni di bioetica.
Intanto questa risicata percentuale di divergenze determina un dialogo
difficile, insanabile, che lascia spazio a schiere di atei-devoti che pur
rappresentando con la loro vita ed il loro esempio, la negazione stessa dei
valori cristiani, si arrogano il diritto di essere rappresentanti politici
delle istanze della Chiesa. Ciò avviene per il tramite di elargizioni e
prebende (dal finanziamento alla scuola privata all’8 per mille) che mettono a
tacere le gerarchie ecclesiastiche sovente inclini ad intervenire velatamente e
dare suggerimenti elettorali.
Dall’altro versante, quello dei partiti di sinistra, il reiterare modelli
RispondiEliminaoramai logori che inneggiano al socialismo reale noncuranti dei suoi fallimenti
o la mancanza di coraggio nel determinare un reale cambiamento quando la
responsabilità del paese è stata loro affidata, innalza ancor più quello
steccato divisorio che impedisce la reciproca ed obiettiva conoscenza.
Nel frattempo l’Italia arranca, immersa in una crisi di portata epocale e
guidata da una classe politica che tra scandali e mistificazioni sta
consentendo la fine del lavoro, lasciando che la gloriosa manifattura italiana
prenda la via dei paesi dell’est, consentendo il definitivo fallimento di una
politica a favore dell’agricoltura, distruggendo la cultura, il teatro e la
musica che per l’Italia significano lavoro e qualità presa a riferimento dal
resto del mondo. Innovazione e ricerca da sempre evocati come la soluzione di
tutti i mali si misurano coi profondi tagli di fondi alle università e con la
conseguente fuga delle migliori menti. In compenso il patinato mondo della
televisione continua ad arruolare tronisti, pupe e veline decretando un
decadimento culturale e valoriale senza precedenti mentre leggi ad hoc tentano
di imbavagliare la stampa e a salvare dalle aule dei tribunali i rappresentanti
di una casta che non ha mai abbandonato il vizio della ruberia e della
corruzione. Fino a ieri il nostro premier si è inventato un nuovo ministero per
sistemare un amichetto con una fedina penale di tutto rispetto e con un
processo in corso sull’affaire AntonVeneta, garantendogli così la possibilità
di sottrarsi al giudizio del Tribunale.
Nel frattempo l’opinione pubblica si arrovella il cervello sul 4 4 2 proposto
da Lippi, sull’impatto del nervo sciatico di Buffon sui Mondiali, se sia più
glamour sfoggiare i bikini o il pezzo unico in spiaggia fino a scoprire il
grande salto di civiltà fatto dalla nazione nel consentire l’accesso in alcune
spiagge a cani e gatti.
Il falso retaggio culturale ci insegna che Cristianesimo e sinistra politica sono
RispondiEliminadiscordanti. Invece è vero esattamente il contrario,
i valori del cristianesimo sono in sintonia con
quelli della sinistra, soprattutto per quanto
riguarda il tema della solidarietà verso i ceti
più deboli e bisognosi, e il tema sull'immigrazione.
Purtoppo come saggiamente dice Nino Di Sclafani,
la mancanza di unione e coesione tra Cristiani
e sinistra ha portato al potere Berlusconi e i suoi
picciotti. I quali sicuramente non hanno a cuore
i ceti deboli, dato che le ragioni del capitalismo
selvaggio prevalgono.
Sono dei bravissimi attori, che a parole dicono di
volere risollevare l'Italia, e fare l'interesse anche dei più poveri, in realtà vogliono solo arricchirsi e avere potere, potere, potere....
E' un vero peccato perchè se si trovasse un vero dialogo tra cristianesimo e sinistra politica , si potrebbe mandare a casa questa accozzaglia di affaristi senza scrupoli che militano sotto il nome di Forza Italia.
Gli italiani, purtoppo ignoranti, non hanno ancora
capito che questi sono dei massoni a tutti gli effetti, e che vogliono lo strapotere in Italia,
e fare fuori anche la magistratura, perchè gli da fastidio. Questa è gente che non ha a cuore il bene
degli italiani, e promuove le opere pubbliche, soltanto per fare business e riempirsi le tasche (vedi ponte sullo stretto).
Sono pericolosi!!!
Dicono di essere cristiani, ma di fatto servono
il Dio Denaro e il Dio Potere.
State attenti!!!!
Sono più cristiani quelli che dicono di non esserlo,
che quelli che vi sorridono e vi propinano i valori
cristiani solo per attirare consensi, e ispirare fiducia.