L’ On. Berlusconi non perde occasioni per attaccare la Costituzione. Lo ha fatto ieri, per l’ennesima volta, affermando che “governare con le regole imposte dalla Costituzione è un inferno”, che la Carta del 1948 è “datata e va riscritta”. Non era mai accaduto che un Presidente del Consiglio parlasse con tale disinvoltura della Legge fondamentale della Repubblica, su cui ha peraltro giurato al momento della nomina. Ma, evidentemente, il Cavaliere, non accorgendosi della palese contraddizione, ritiene di essere oramai al di sopra di tutto. Ritornano allora attuali gli ammonimenti del 1994 di Giuseppe Dossetti, quando, nel dare vita ai primi Comitati per la difesa della Costituzione, segnalò i rischi ed i pericoli che correvano le istituzioni democratiche del nostro Paese:
“ Si tratta di impedire ad una maggioranza che non ha ricevuto alcun mandato al riguardo , di mutare la nostra Costituzione: si arrogherebbe un compito che solo una nuova Assemblea costituente, programmaticamente eletta per questo, e a sistema proporzionale, potrebbe assolvere come veramente rappresentativa di tutto il nostro popolo. Altrimenti sarebbe un autentico colpo di stato”. ( G. Dossetti, Sentinella quanto resta della notte? Riflessioni sulla transizione italiana, EL 1994, pag.53)
Dossetti è stato uno degli ultimi profeti del nostro tempo, incompreso ed inascoltato dai contemporanei. Il vecchio monaco – già vice di De Gasperi, quando la DC era un grande partito popolare - all’indomani dell’annuncio del Cavaliere d’Arcore di voler riscrivere la legge fondamentale della Repubblica, lanciava l’allarme contro i nuovi barbari osservando criticamente il degrado istituzionale, il “prurito presidenzialista” e la tentazione plebiscitaria che si combinavano con la dittatura del mercato, la frantumazione sociale, il trionfo dell’individualismo, il vuoto culturale alimentato dalle suggestioni mediatiche.
L’uomo che col suo stile discreto e nonviolento aveva partecipato alla Resistenza antifascista e dato un contributo decisivo alla stesura della Costituzione repubblicana, dopo anni di assenza dalla vita pubblica, tornava ad occuparsi di politica intravedendo all’orizzonte una nuova forma di fascismo:
“Non posso dimenticare che più di sessant’anni fa , tutto è incominciato allo stesso modo(…).Ho ancora presenti gli articoli e le cronache della “Civiltà cattolica” dal 1920 al 1924, che (…) cercava di scagionare dopo il delitto Matteotti la responsabilità del regime, e preparava, così, all’acquiescenza al colpo di stato del 3 gennaio 1925”. (op.cit., pp.55-56)
Per la verità bisogna riconoscere che pochi raccolsero l’allarme di Dossetti; i più lo snobbarono e, tra questi, va ricordato Indro Montanelli che, nell’occasione, scrisse un velenoso editoriale sul principale quotidiano nazionale. Dossetti e i suoi ultimi seguaci, sprezzantemente definiti “catto-comunisti”, vennero accusati di passatismo e di assoluta incomprensione del presente. Così, anche grazie ad una martellante campagna mediatica (con TV a reti unificate in testa), si riuscì a far passare nella testa della maggior parte degli italiani l’idea che fosse davvero necessaria una radicale revisione della Costituzione. Particolarmente grave apparve allora il cedimento di una parte della Sinistra alle sirene presidenzialiste e tanto disorientamento provocò la Commisione bicamerale diretta da D’Alema.
Con la morte di Dossetti la maggior parte dei Comitati per la difesa della Costituzione si sciolsero. Ma anche i pochi sopravvissuti, come quello palermitano, non ebbero forza sufficiente per incidere nella realtà. Probabilmente non si tenne nel debito conto il fatto che, specialmente nel meridione d’Italia, come aveva a suo tempo lucidamente capito Piero Calamandrei, il popolo non ha fiducia nelle leggi perché
“da secoli i poveri hanno il sentimento che le leggi siano per loro una beffa dei ricchi: hanno della legalità e della giustizia una idea terrificante, come di un mostruoso meccanismo ostile fatto per schiacciarli, come di un labirinto di tranelli burocratici predisposti per gabbare il povero e per soffocare sotto le carte incomprensibili tutti i suoi giusti reclami”. ( AA.VV. , Processo all’art. 4, Einaudi 1956, p. 307).
Si trascurò soprattutto il fatto che molte delle attese alimentate dai primi articoli della Costituzione sono rimaste lettera morta, dimenticando che fino a quando non ci sarà la possibilità per ogni uomo di lavorare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere, non solo la nostra Repubblica non si potrà dire “fondata sul lavoro”, ma non si potrà chiamare neanche democratica, perché non può esserci democrazia in una società in cui non sia assicurato un lavoro dignitoso a tutti.
Difendere la Costituzione oggi, pertanto, deve significare sia affermarne il persistente valore di principio che denunciarne la mancata attuazione. La Repubblica nata dalla Resistenza al fascismo,infatti, avendo da tempo abbandonato l’obiettivo programmatico di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità umana…” (art. 3), non ha saputo assicurare a tutti i cittadini il bene della “esistenza libera e dignitosa” (art.36).
Palermo 11 giugno 2010
FRANCESCO VIRGA
FRANCESCO VIRGA
Ecco l'articolo "CONTRO TUTTE LE MAFIE E TUTTI I PREGIUDIZI", scritto alcuni giorni fa dallo stesso autore del post sopra.
Per visualizzarlo clicca QUI.
Cogliendo l'occasione invita tutta la cittadinanza a partecipare all'incontro che si terrà mercoledì 16 giugno alle ore 20.30 in Piazza Sainte - Sigolene.
L'antica liggi
RispondiElimina--------------
Costituzioni!! chi cosa antica!!
avilla di mmenzu nni costa fatica
e lu Berlusca cu tanti cumpari
ora di mmenzu la vonnu livari.
Lu sta vidennu a Sirbiu Berlusca
ca si lamenta e caccia la musca??
Si nta la manu l'avissi acchiappari
tutti du l'ali cci avissi a sfardari!!
Ora ca si lu gran presidenti
e di vuliri un t'arresta cchiù nenti,
vulissi disfari li liggi cchiù antichi
e ghiornu e notti la testa allammichi!!
Quannu eri nicu e cacavi lu pannu
nun po sapiri quant'era lu dannu,
di lu fascismu niscìa la nazioni
avia bisognu di costituzioni.
Dettiru sangu pi fari li liggi
ora tu arrivi e ancora nn'affliggi
cu sti principi criscivi italianu
purtannu lu ciuri a lu partigianu.
Nta la Sicilia c'è tanta gnuranza
ci su cristiani cu tantu di panza,
ca di sasizza nni mancianu a roti
e sempri cuntenti ti portanu voti.
Cu avi ricchizzi putiri e la gloria
di fari e sfari cci veni la bòria,
cancia la liggi e cancia l'Italia,
e di manciari nn'arresta la calia.
Costituzioni!! chi cosa antica!!
falla spuntari cci vosi fatica,
ora ca vinni lu Sirbiu Berlusca
iddu la caccia comu na musca!!
Caro Ciccio,
RispondiEliminagrazie per la riflessione che sposo al 100%. Altrettanto incisiva la poesia, quanto può la satira in certi casi...(vedi Luttazzi, Guzzanti & Co.).
Ciò che mi rattrista che su questi temi, fondamentali per il futuro stesso del paese nessuno si esprima. In altri tempi, per molto meno, avremo visto mobilitazioni di massa. Che dire poi della legge sulle intercettazioni? MA la gente che fa? Svegliamoci!!!
Nino Di Sclafani
la costituzione italiana e' un baluardo della democrazia nel nostro paese,redatta da statisti con la "S" maiuscola,a detta di tutti forse la piu' completa lungimirante ed equilibrata d'Europa, quindi difenderla e' un dovere da parte di tutti,diverso e' pero' difenderla in maniera strumentale,solo perche' oggi e' un governo di destra che si vuole assumere l'onere di cambiarne alcune parti.
RispondiEliminaE' altrettanto innegabile che alcune parti della costituzione italiana risultano obsoleti,in quanto nel tempo alcuni organi sia dello stato che non, hanno visto variare le loro prerogative, ed il loro mandato "etico",ad esempio, la stampa ha da tempo abbandonato l'etica professionale che l'ha contraddistinta per tanti anni utilizzando un mezzo fondamentale per la conoscenza dei fatti come mannaia nei confronti di tutti indistintamente,senza pero' applicare un filtro che in questo caso appare indispensabile per la salvaguardia della privacy delle persone con un unico fine cioe' quello di battere cassa;
la magistratura, non meno colpevole si e' invece quasi completamente attribuita il potere legislativo che compete, per costituzione solo ed esclusivamente alle camere,oltre che essere politicizzata il che' mina profondamente le fondamenta della magistratura stessa che dovrebbe essere sempre imparziale.
Per questi e per altri motivi ritengo che cambiare alcune parti della costituzione sia essenziale per far si che l'Italia si adegui ai tempi piuttosto che rimanere anche in questo indietro.
Si infatti Silvio Berlusconi vuole fare un uso strumentale della Costituzione per adeguarla ai suoi
RispondiEliminafini di potere, e mettere sotto scacco tutti gli organi e istituzioni
che possono nuocergli.
Oltre al potere vuole lo strapotere, agire indisturbato e portare l'Italia verso un sistema oligarchico.
Se riesce in questo intento per la nazione si preannunciano tempi bui.
Sta cercando di far fuori tutto ciò che può impedire a lui e la sua lobby di progredire verso un capitalismo selvaggio e cinico, in cui chi è già povero verrà ridotto alla fame e chi è già ricco lo diventerà ancor di più.
sono shoccata...caro guardone, rispetto il fatto che tu abbia un'idea diversa dalla mia, ma tu sei convinto davvero che sia un problema di governo?????????
RispondiEliminadopo lodo alfano e via dicendo, siamo ancora convinti che le proposte di berlusconi siano finalizzate a migliorare lo stato del nostro Paese???? ma finiamola di credere alle sue mal riuscite barzellette! xke fanno solo piangere!...
il vero problema è che la gente nn si interessa di "politica"( se così si può chiamare), perchè se veramente avesse cercato di capire con occhio critico, ciò che avviene in Italia, forse non avremmo più tra i piedi gente come Berlusca e magari avremmo tolto di mezzo anche qualcuno dell attuale opposizione!
NO alla legge bavaglio!
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta
ad autorizzazioni o censure."....
quello che vogliono fare è applicare una censura.. e ricordo che un DIRITTO INALIENABILE dei cittadini è quello di ESSERE INFORMATI!
oligarchia? se in Italia vige l'oligarchia, a Cuba cosa c'e'?
RispondiEliminaMa infatti è vergognoso che l'Italia
RispondiEliminarischi di diventare come Cuba.
Non ci sono solo le dittature comuniste ma anche le oligarchie capitaliste, che non sono da meno.
E l'Italia con Berlusconi rischia di cadere in questo baratro.
Questo non è un governo di destra,
questo è il governo di Berlusconi e della sua causa.
Ma infatti l'Italia rischia di diventare come Cuba se non si ferma Berlusconi e i suoi polli.
RispondiEliminaNon ci sono solo le dittature comuniste, ma anche le oligarchie capitaliste a mettere in ginocchio la gente.
Questo non è un governo di destra,
questa è un'assocaizione di affaristi
capitanata da Berlusconi.
Io la penso assolutamente come l'anonimo 18 giugno 2010 09.18.
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