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27/08/10

Oggi 27 agosto, giornata celebrativa dell'antico "Lavatoio Gorghillo"

17 commenti:

  1. A lu Vurghiddu
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    Quannu assummu robbi lordi
    la me vecchia lavatrici
    si l'agghiutti comu sardi
    e po nenti idda mi dici

    li furria e li riggira
    senza dari spiegazioni
    di capiri comu gira
    nta la centrifugazioni

    iu ci incu lu vuccuni
    detersivu a granni dosi
    pi lu biancu linzuluni
    pensa idda a tutti cosi.

    Ma na vota a lu Vurghiddu
    la lavata affaticava
    linzuleddu e cavusiddu
    sempri a manu si lavava

    e li fimmini partuti
    di li casi ormai nisciuti
    si iuncianu a lu Vurghiddu
    pi lavari lu munzeddu

    linzuledda e camicetti
    cirripà di piscialetti
    li niscianu du catoiu
    pi purtalli au lavatoiu

    e na vota dda arrivati
    ncuminciava lu curtigghiu
    tra li cunti e li sparrati
    di lavari un c'era pigghiu.

    Lu sapuni chiddu moddu
    facia bonu u so misteri
    lu so ciavuru di ncoddu
    apparteni ad atri eri.

    Puru quannu c'era friddu
    si vinia cca a lu Vurghiddu
    e lu pannu si lavava
    nta lu mmernu c'affacciava

    li linzola e li quatrati
    nta u Vurghiddu assammarati
    si putissiru parrari
    cci nni fussi di cuntari

    sempri a moddu lu linzolu
    sutta l'acqua du cannolu
    cci passà na ntera vita
    ciavurusa e assai pulita.

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  2. Ricordo l'abbondanza di sancisuchi, li scecchi dimostravano timidezza a bere dalla fontana!

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  3. Non c'e' celebrazione marinese senza poesia di Franco Vitale. Poeta fertile e generoso. Intanto il vero gran talento di Ezio Spataro viene ignorato perfino dai "nostri" giurati marinesi del Premio di Poesia. Loro preferiscono autori di populanza non marinese. Fegato, fegato...

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  4. mancava il cretino di turno, che pur di screditare il premio di poesia, fantastica su presunti ostracismi.una domanda:ma sai come funziona un premio oppure no? dato che mostri di non sapere di cosa parli,taci please....invece di dire scemenze,o chiedi a ezio se ha mai partecipato...ad esempio...

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  5. Ho partecipato al premio di poesia sia l'anno scorso, sia quest'anno, inviando tre poesie per volta.
    Ma questo non ha molta importanza.
    Il problema è un altro, e cioè il fatto che la poesia popolare è scomparsa dal premio di poesia.
    Dopo la venuta di Ignazio Buttitta
    c'è stato praticamente il vuoto.
    Rendo merito a Ciro Spataro che negli anni 70-80 ha avuto la sensibilità di portare questo
    grande poeta al premio di Marineo, in un epoca in cui portare "un comunista" ad una manifestazione
    culturale di chiara matrice democristiana era considerato quasi un sacrilegio.
    Ma Ciro non poteva far finta di
    non accorgersi del grande talento di Ignazio e così ebbe il coraggio di invitarlo.
    La poesia erudita negli anni ha preso il posto della poesia popolare di tradizione orale,
    quella che per intenderci capivano anche gli analfabeti.
    Col processo di alfabetizzazione, sicuramente positivo,
    la poesia orale ha lasciato il posto a quella scritta.
    Una volta quando i poeti non sapevano ne leggere ne scrivere le poesie le capivano pure i bambini. Adesso la maggior parte delle persone che vanno al premio si annoia.
    Solo gli intellettuali del dialetto riescono ad apprezzare questo tipo di poesie molto lontane dalla lingua parlata.
    Capite bene che dire intellettuali del dialetto è un controsenso,
    perchè il dialetto era la lingua del popolo e di quelli che non avevano studiato,
    solo successivamente i vari premi di poesia l'hanno trasformata nella lingua dei dotti.
    Chiedete ai marinesi se si ricordano una sola delle poesie vicitrici del premio,
    si ricorderanno solo di aver trascorso "na siritina di
    sbariu a lu casteddu".

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  6. All'anonimo del 27 Agosto h 22:02: Non ti rispondo perche' meriti nota, ma la lettera di Ezio, sufficientemente spiega come il premio di poesia abbia subito modifiche. La struttura attuale serve a mettere in mostra gli organizzatori, piu' che le opere ed i personaggi presentati. Per quanto riguarda C.S., non credo si sia mai allontanato da un comunista, specialmente se famoso.

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  7. io invece ti rispondo, perchè le scelte si fanno, ed il premio semplicemente ha scelto di valutare poesie rientranti in determinate sezioni. tutto qui. poi, se te ne senti capace, invece di stare dietro ad un pc, vieni alla sede del premio, oppure contatta qualcuno, e fai delle proposte precise.
    amen

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  8. Dicono che a Marineo ora ogni nuova troffa d'ardicola che nasce, si ci recita una poesia di Franco Vitali!...

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  9. le poesie di vitali dicono poco ma quelle di spataro sono spassose ma sembrano i cartelloni di cicciu busacca.

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  10. D'accordo al 100% con chi mi precede.
    Ezio dimostra creativita' e spontaneata' e va a colpo sicuro, senza allicchittari a nessuno.

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  11. Sono d'accordo con chi mi associa ai cartelloni di Ciccio Busacca. Non mi identifico molto nella veste del poeta bensì in quella del cantastorie, quale è stato Ciccio Busacca.
    Ignazio Buttitta e Ciccio Busacca realizzarono grandi cose insieme, l'uno poeta popolare, l'altro cantastorie, due realtà molto vicine che hanno a fattor comune il popolo come protagonista principale. Anche se in realtà il popolo comprendeva meglio ciccio busacca piuttosto che Ignazio Buttitta.
    La tradizione della poesia orale dei cantastorie sta tramontando in Sicilia, ma io credo che potrebbe nascere una nuova era dei cantastorie, e mi chiedo chi saranno i nuovi cantastorie della Sicilia del terzo millennio.
    Nei secoli scorsi, in cui solo i ricchi potevano apprendere e studiare l'italiano, il dialetto era la lingua del popolo, e nel popolo nascevano i poeti. I poeti non scrivevano le loro poesie, ma le recitavano in forma orale, aiutandosi con la rima per ricordarsele meglio.
    Inoltre i poeti spesso improvvisavano le rime
    nel parlato quotidiano, quindi la poesia era intessuta nella vita quotidiana. Cito come esempio il grande "Petru Fudduni" che persino quando parlava col carnezziere gli parlava in rima. Tutto ciò sta scomparendo e le poesie dialettali che oggi vediamo celebrate nei premi di poesia vari, sono lontane da questa realtà motivo per cui
    manca la partecipazione popolare. Se il grande Peppino Piraino vedesse com'è il premio di poesia oggi si rivolterebbe nella tomba, infatti in esso si celebra una lingua che non c'entra nulla col siciliano che parliamo noi comuni mortali.

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  12. Inoltre volevo dire ai marinesi di avere rispetto per Franco Vitali, prima di tutto perchè è una persona umanamente squisita e umile, e inoltre perchè le sue poesie per noi marinesi sono un patrimonio inestimabile, perchè lui è un depositario dei tempi passati, la memoria storica del nostro paese.
    Io per esempio sono nato nella metà degli anni settanta e molte cose non le ho vissute, e grazie a lui invece ho la possibilità di capire da dove vengono le mie origini e com'era marineo decenni prima che io nascessi. Quindi che ben vengano le poesie di Franco.

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  13. Franco Vitali ed Ezio Spataro due grandi pur nella loro diversita' , dobbiamo essere orgogliosi di loro, ma le critiche mosse da Ezio sul premio(tra l'altro mosse da me da un paio d'anni proprio su questo blog dicendo sostanzialmente le stesse cose ) non possono essere ignorate.- E non credo che ci sia bisogno di recarsi nella sede del premio visto che se facessimo un sondagio quelle cose risulterebbero piu' che vere.Dovrebbe essere sensibilita' della fondazione e dell'organizzazione nel suo insieme accorgersi di cio'.- E scusate se non mi firmo proprio per non alimentare una disputa su un discorso che credetemi vuole essere solo costruttivo.-

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  14. Sai Ezio, io ti vedo un pò come Petru Sasizza. Non penso tu possa offenderti ma mi ricordi Petru quando faceva volare i palloni di carta ed appiccicava nel corso dei mille tanti fogli con delle massime religiose.
    Ciao Ezio Sasizza.

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  15. Petru Sazizza tammurinaru
    Petru Fudduni maistru di rima
    l'acqua e lu ventu li spittinaru
    nuddu di chissi purtava la scrima

    Chissi su lumi nta la me vita
    c'addumanu lustru nta lu camminu
    ognunu d'iddi la strata m'addìta
    di li me versi su l'acqua e lu vinu

    Pi simigghiari a corcunu di iddi
    avissi a scunsari li me capiddi
    signu di geniu e gran libbirtà
    ca lu Signuri assai cci accurdà

    Nn'avissi du pila di sti gran signuri
    ca di la vita caperu u sapuri
    arti cu pani sapianu mmiscari
    la vera puisia purtaru all'artari.

    Petru Fudduni facia li tinzuna
    Petru Sasizza cunsava palluna
    e nta lu cielu arristaru al'affacciu
    comu li stiddi cuntari un li sacciu

    Petru Fudduni e Petru Sasizza
    comu la petra ca nun si spezza
    tutti du Petri lu tempu un li tocca
    su resistenti chiossà di la Rocca.

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