Non c'e' celebrazione marinese senza poesia di Franco Vitale. Poeta fertile e generoso. Intanto il vero gran talento di Ezio Spataro viene ignorato perfino dai "nostri" giurati marinesi del Premio di Poesia. Loro preferiscono autori di populanza non marinese. Fegato, fegato...
mancava il cretino di turno, che pur di screditare il premio di poesia, fantastica su presunti ostracismi.una domanda:ma sai come funziona un premio oppure no? dato che mostri di non sapere di cosa parli,taci please....invece di dire scemenze,o chiedi a ezio se ha mai partecipato...ad esempio...
Ho partecipato al premio di poesia sia l'anno scorso, sia quest'anno, inviando tre poesie per volta. Ma questo non ha molta importanza. Il problema è un altro, e cioè il fatto che la poesia popolare è scomparsa dal premio di poesia. Dopo la venuta di Ignazio Buttitta c'è stato praticamente il vuoto. Rendo merito a Ciro Spataro che negli anni 70-80 ha avuto la sensibilità di portare questo grande poeta al premio di Marineo, in un epoca in cui portare "un comunista" ad una manifestazione culturale di chiara matrice democristiana era considerato quasi un sacrilegio. Ma Ciro non poteva far finta di non accorgersi del grande talento di Ignazio e così ebbe il coraggio di invitarlo. La poesia erudita negli anni ha preso il posto della poesia popolare di tradizione orale, quella che per intenderci capivano anche gli analfabeti. Col processo di alfabetizzazione, sicuramente positivo, la poesia orale ha lasciato il posto a quella scritta. Una volta quando i poeti non sapevano ne leggere ne scrivere le poesie le capivano pure i bambini. Adesso la maggior parte delle persone che vanno al premio si annoia. Solo gli intellettuali del dialetto riescono ad apprezzare questo tipo di poesie molto lontane dalla lingua parlata. Capite bene che dire intellettuali del dialetto è un controsenso, perchè il dialetto era la lingua del popolo e di quelli che non avevano studiato, solo successivamente i vari premi di poesia l'hanno trasformata nella lingua dei dotti. Chiedete ai marinesi se si ricordano una sola delle poesie vicitrici del premio, si ricorderanno solo di aver trascorso "na siritina di sbariu a lu casteddu".
All'anonimo del 27 Agosto h 22:02: Non ti rispondo perche' meriti nota, ma la lettera di Ezio, sufficientemente spiega come il premio di poesia abbia subito modifiche. La struttura attuale serve a mettere in mostra gli organizzatori, piu' che le opere ed i personaggi presentati. Per quanto riguarda C.S., non credo si sia mai allontanato da un comunista, specialmente se famoso.
io invece ti rispondo, perchè le scelte si fanno, ed il premio semplicemente ha scelto di valutare poesie rientranti in determinate sezioni. tutto qui. poi, se te ne senti capace, invece di stare dietro ad un pc, vieni alla sede del premio, oppure contatta qualcuno, e fai delle proposte precise. amen
Sono d'accordo con chi mi associa ai cartelloni di Ciccio Busacca. Non mi identifico molto nella veste del poeta bensì in quella del cantastorie, quale è stato Ciccio Busacca. Ignazio Buttitta e Ciccio Busacca realizzarono grandi cose insieme, l'uno poeta popolare, l'altro cantastorie, due realtà molto vicine che hanno a fattor comune il popolo come protagonista principale. Anche se in realtà il popolo comprendeva meglio ciccio busacca piuttosto che Ignazio Buttitta. La tradizione della poesia orale dei cantastorie sta tramontando in Sicilia, ma io credo che potrebbe nascere una nuova era dei cantastorie, e mi chiedo chi saranno i nuovi cantastorie della Sicilia del terzo millennio. Nei secoli scorsi, in cui solo i ricchi potevano apprendere e studiare l'italiano, il dialetto era la lingua del popolo, e nel popolo nascevano i poeti. I poeti non scrivevano le loro poesie, ma le recitavano in forma orale, aiutandosi con la rima per ricordarsele meglio. Inoltre i poeti spesso improvvisavano le rime nel parlato quotidiano, quindi la poesia era intessuta nella vita quotidiana. Cito come esempio il grande "Petru Fudduni" che persino quando parlava col carnezziere gli parlava in rima. Tutto ciò sta scomparendo e le poesie dialettali che oggi vediamo celebrate nei premi di poesia vari, sono lontane da questa realtà motivo per cui manca la partecipazione popolare. Se il grande Peppino Piraino vedesse com'è il premio di poesia oggi si rivolterebbe nella tomba, infatti in esso si celebra una lingua che non c'entra nulla col siciliano che parliamo noi comuni mortali.
Inoltre volevo dire ai marinesi di avere rispetto per Franco Vitali, prima di tutto perchè è una persona umanamente squisita e umile, e inoltre perchè le sue poesie per noi marinesi sono un patrimonio inestimabile, perchè lui è un depositario dei tempi passati, la memoria storica del nostro paese. Io per esempio sono nato nella metà degli anni settanta e molte cose non le ho vissute, e grazie a lui invece ho la possibilità di capire da dove vengono le mie origini e com'era marineo decenni prima che io nascessi. Quindi che ben vengano le poesie di Franco.
Franco Vitali ed Ezio Spataro due grandi pur nella loro diversita' , dobbiamo essere orgogliosi di loro, ma le critiche mosse da Ezio sul premio(tra l'altro mosse da me da un paio d'anni proprio su questo blog dicendo sostanzialmente le stesse cose ) non possono essere ignorate.- E non credo che ci sia bisogno di recarsi nella sede del premio visto che se facessimo un sondagio quelle cose risulterebbero piu' che vere.Dovrebbe essere sensibilita' della fondazione e dell'organizzazione nel suo insieme accorgersi di cio'.- E scusate se non mi firmo proprio per non alimentare una disputa su un discorso che credetemi vuole essere solo costruttivo.-
Sai Ezio, io ti vedo un pò come Petru Sasizza. Non penso tu possa offenderti ma mi ricordi Petru quando faceva volare i palloni di carta ed appiccicava nel corso dei mille tanti fogli con delle massime religiose. Ciao Ezio Sasizza.
A lu Vurghiddu
RispondiElimina--------------
Quannu assummu robbi lordi
la me vecchia lavatrici
si l'agghiutti comu sardi
e po nenti idda mi dici
li furria e li riggira
senza dari spiegazioni
di capiri comu gira
nta la centrifugazioni
iu ci incu lu vuccuni
detersivu a granni dosi
pi lu biancu linzuluni
pensa idda a tutti cosi.
Ma na vota a lu Vurghiddu
la lavata affaticava
linzuleddu e cavusiddu
sempri a manu si lavava
e li fimmini partuti
di li casi ormai nisciuti
si iuncianu a lu Vurghiddu
pi lavari lu munzeddu
linzuledda e camicetti
cirripà di piscialetti
li niscianu du catoiu
pi purtalli au lavatoiu
e na vota dda arrivati
ncuminciava lu curtigghiu
tra li cunti e li sparrati
di lavari un c'era pigghiu.
Lu sapuni chiddu moddu
facia bonu u so misteri
lu so ciavuru di ncoddu
apparteni ad atri eri.
Puru quannu c'era friddu
si vinia cca a lu Vurghiddu
e lu pannu si lavava
nta lu mmernu c'affacciava
li linzola e li quatrati
nta u Vurghiddu assammarati
si putissiru parrari
cci nni fussi di cuntari
sempri a moddu lu linzolu
sutta l'acqua du cannolu
cci passà na ntera vita
ciavurusa e assai pulita.
Ricordo l'abbondanza di sancisuchi, li scecchi dimostravano timidezza a bere dalla fontana!
RispondiElimina27 APRILE???
RispondiEliminaaprile???
RispondiEliminaNon c'e' celebrazione marinese senza poesia di Franco Vitale. Poeta fertile e generoso. Intanto il vero gran talento di Ezio Spataro viene ignorato perfino dai "nostri" giurati marinesi del Premio di Poesia. Loro preferiscono autori di populanza non marinese. Fegato, fegato...
RispondiEliminamancava il cretino di turno, che pur di screditare il premio di poesia, fantastica su presunti ostracismi.una domanda:ma sai come funziona un premio oppure no? dato che mostri di non sapere di cosa parli,taci please....invece di dire scemenze,o chiedi a ezio se ha mai partecipato...ad esempio...
RispondiEliminaHo partecipato al premio di poesia sia l'anno scorso, sia quest'anno, inviando tre poesie per volta.
RispondiEliminaMa questo non ha molta importanza.
Il problema è un altro, e cioè il fatto che la poesia popolare è scomparsa dal premio di poesia.
Dopo la venuta di Ignazio Buttitta
c'è stato praticamente il vuoto.
Rendo merito a Ciro Spataro che negli anni 70-80 ha avuto la sensibilità di portare questo
grande poeta al premio di Marineo, in un epoca in cui portare "un comunista" ad una manifestazione
culturale di chiara matrice democristiana era considerato quasi un sacrilegio.
Ma Ciro non poteva far finta di
non accorgersi del grande talento di Ignazio e così ebbe il coraggio di invitarlo.
La poesia erudita negli anni ha preso il posto della poesia popolare di tradizione orale,
quella che per intenderci capivano anche gli analfabeti.
Col processo di alfabetizzazione, sicuramente positivo,
la poesia orale ha lasciato il posto a quella scritta.
Una volta quando i poeti non sapevano ne leggere ne scrivere le poesie le capivano pure i bambini. Adesso la maggior parte delle persone che vanno al premio si annoia.
Solo gli intellettuali del dialetto riescono ad apprezzare questo tipo di poesie molto lontane dalla lingua parlata.
Capite bene che dire intellettuali del dialetto è un controsenso,
perchè il dialetto era la lingua del popolo e di quelli che non avevano studiato,
solo successivamente i vari premi di poesia l'hanno trasformata nella lingua dei dotti.
Chiedete ai marinesi se si ricordano una sola delle poesie vicitrici del premio,
si ricorderanno solo di aver trascorso "na siritina di
sbariu a lu casteddu".
All'anonimo del 27 Agosto h 22:02: Non ti rispondo perche' meriti nota, ma la lettera di Ezio, sufficientemente spiega come il premio di poesia abbia subito modifiche. La struttura attuale serve a mettere in mostra gli organizzatori, piu' che le opere ed i personaggi presentati. Per quanto riguarda C.S., non credo si sia mai allontanato da un comunista, specialmente se famoso.
RispondiEliminaio invece ti rispondo, perchè le scelte si fanno, ed il premio semplicemente ha scelto di valutare poesie rientranti in determinate sezioni. tutto qui. poi, se te ne senti capace, invece di stare dietro ad un pc, vieni alla sede del premio, oppure contatta qualcuno, e fai delle proposte precise.
RispondiEliminaamen
Dicono che a Marineo ora ogni nuova troffa d'ardicola che nasce, si ci recita una poesia di Franco Vitali!...
RispondiEliminale poesie di vitali dicono poco ma quelle di spataro sono spassose ma sembrano i cartelloni di cicciu busacca.
RispondiEliminaD'accordo al 100% con chi mi precede.
RispondiEliminaEzio dimostra creativita' e spontaneata' e va a colpo sicuro, senza allicchittari a nessuno.
Sono d'accordo con chi mi associa ai cartelloni di Ciccio Busacca. Non mi identifico molto nella veste del poeta bensì in quella del cantastorie, quale è stato Ciccio Busacca.
RispondiEliminaIgnazio Buttitta e Ciccio Busacca realizzarono grandi cose insieme, l'uno poeta popolare, l'altro cantastorie, due realtà molto vicine che hanno a fattor comune il popolo come protagonista principale. Anche se in realtà il popolo comprendeva meglio ciccio busacca piuttosto che Ignazio Buttitta.
La tradizione della poesia orale dei cantastorie sta tramontando in Sicilia, ma io credo che potrebbe nascere una nuova era dei cantastorie, e mi chiedo chi saranno i nuovi cantastorie della Sicilia del terzo millennio.
Nei secoli scorsi, in cui solo i ricchi potevano apprendere e studiare l'italiano, il dialetto era la lingua del popolo, e nel popolo nascevano i poeti. I poeti non scrivevano le loro poesie, ma le recitavano in forma orale, aiutandosi con la rima per ricordarsele meglio.
Inoltre i poeti spesso improvvisavano le rime
nel parlato quotidiano, quindi la poesia era intessuta nella vita quotidiana. Cito come esempio il grande "Petru Fudduni" che persino quando parlava col carnezziere gli parlava in rima. Tutto ciò sta scomparendo e le poesie dialettali che oggi vediamo celebrate nei premi di poesia vari, sono lontane da questa realtà motivo per cui
manca la partecipazione popolare. Se il grande Peppino Piraino vedesse com'è il premio di poesia oggi si rivolterebbe nella tomba, infatti in esso si celebra una lingua che non c'entra nulla col siciliano che parliamo noi comuni mortali.
Inoltre volevo dire ai marinesi di avere rispetto per Franco Vitali, prima di tutto perchè è una persona umanamente squisita e umile, e inoltre perchè le sue poesie per noi marinesi sono un patrimonio inestimabile, perchè lui è un depositario dei tempi passati, la memoria storica del nostro paese.
RispondiEliminaIo per esempio sono nato nella metà degli anni settanta e molte cose non le ho vissute, e grazie a lui invece ho la possibilità di capire da dove vengono le mie origini e com'era marineo decenni prima che io nascessi. Quindi che ben vengano le poesie di Franco.
Franco Vitali ed Ezio Spataro due grandi pur nella loro diversita' , dobbiamo essere orgogliosi di loro, ma le critiche mosse da Ezio sul premio(tra l'altro mosse da me da un paio d'anni proprio su questo blog dicendo sostanzialmente le stesse cose ) non possono essere ignorate.- E non credo che ci sia bisogno di recarsi nella sede del premio visto che se facessimo un sondagio quelle cose risulterebbero piu' che vere.Dovrebbe essere sensibilita' della fondazione e dell'organizzazione nel suo insieme accorgersi di cio'.- E scusate se non mi firmo proprio per non alimentare una disputa su un discorso che credetemi vuole essere solo costruttivo.-
RispondiEliminaSai Ezio, io ti vedo un pò come Petru Sasizza. Non penso tu possa offenderti ma mi ricordi Petru quando faceva volare i palloni di carta ed appiccicava nel corso dei mille tanti fogli con delle massime religiose.
RispondiEliminaCiao Ezio Sasizza.
Petru Sazizza tammurinaru
RispondiEliminaPetru Fudduni maistru di rima
l'acqua e lu ventu li spittinaru
nuddu di chissi purtava la scrima
Chissi su lumi nta la me vita
c'addumanu lustru nta lu camminu
ognunu d'iddi la strata m'addìta
di li me versi su l'acqua e lu vinu
Pi simigghiari a corcunu di iddi
avissi a scunsari li me capiddi
signu di geniu e gran libbirtà
ca lu Signuri assai cci accurdà
Nn'avissi du pila di sti gran signuri
ca di la vita caperu u sapuri
arti cu pani sapianu mmiscari
la vera puisia purtaru all'artari.
Petru Fudduni facia li tinzuna
Petru Sasizza cunsava palluna
e nta lu cielu arristaru al'affacciu
comu li stiddi cuntari un li sacciu
Petru Fudduni e Petru Sasizza
comu la petra ca nun si spezza
tutti du Petri lu tempu un li tocca
su resistenti chiossà di la Rocca.